Una luce alla finestra

Per prima cosa, aprì la porta e cercò di cogliere qualche rumore sospetto, ma il silenzio che proveniva dall’appartamento era quasi assoluto. Quindi provò a bussare e attese con una certa inspiegabile trepidazione, ma nessuno rispose o aprì. Forse era un semplice contatto e una delle lampadine si era accesa da sola. Ecco, era quella la spiegazione. Ma la signora Tal dei tali non aveva staccato l’interruttore centrale?

Tra i classici e l’horror, intervista ad Alice Tonini

Di Alice Tonini, scrittrice conosciuta online, mi è subito piaciuto il suo blog, che parla di King come di Ovidio, di Beowulf come di Tolkien. Creativa, eclettica, amante della natura, mi ha sorpresa quando ha presentato su Instagram il suo libro, horror, La falena.
Incuriosita, ho deciso di saperne di più e ho colto così l’occasione per intervistarla.

O di imbuto, intervista all’autrice

Quindi: sbarco su Instagram, cerco di capire qualcosa di come funziona il social più gettonato, rinuncio a capirci qualcosa e cerco solo di scoprire se ci sono persone interessanti, mi imbatto in scrittrici in gambissima et voilà decido di intervistarle. La prima è Gabriella Rinaldi, con cui abbiamo chattato a lungo di cosa significhi vivere nella giungla dei social e di quanto sia difficile farsi conoscere come autrici.

La signora è morta

La protagonista, Cassandra, è una donna che ha passato gli anta e si trova in uno stato non ben definito. Se da principio è sicura di essere defunta, man mano che chiacchiera la sua convinzione vacilla. Mentre si interroga sulla sua sorte, Cassandra, logorroica da sempre, non può fare a meno di chiacchierare di vita, morte, amore, sesso, perdono e famiglia. Il non tempo mescola le carte di infanzia, giovinezza, età adulta e lei le condisce con una dose sufficiente di ironia e scetticismo.

SCRIVERE UN ROMANZO

Nonostante io trovi assurdo decidere in partenza che ogni capitolo deve avere 2500 parole e che bisogna scrivere venti capitoli in venti settimane circa (più il tempo eterno della revisione e della peer review), ho deciso di non mollare per il semplice motivo che, amando frasi brevi e descrizioni minime, per raggiungere le 2500 parole devo lavorare molto ed esplorare il mio modo di raccontare.