Sapeva che prima o poi in quel bar ci sarebbe dovuta entrare, lo doveva a se stessa, prima di tutto, per finirla con tutta questa rabbia e questo imbarazzo che le si era attaccato a ogni centimetro di pelle. Inoltre, fingere che tutto andasse bene tra loro avrebbe probabilmente chiuso la stagione dei pettegolezzi sulla spinosa vicenda. Si mormorava già che il panettiere nutrisse una certa passione per diversi tipi di polvere bianca e, andando tutto bene, in capo a un paio di settimane, sarebbe toccato a lui difendersi e cacciare via un eventuale nuovo tipo di clientela.
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Jack e Ginger
Ginger era tornata alla finestra: sbirciava dietro i vetri, troppo vicina, con la fronte posata sulla superficie fredda e la condensa del suo respiro che, agli occhi dei passanti, la trasformava in una bambola di pezza, messa lì a bella posta. Lui avrebbe dovuto infischiarsene. Non era una regola, più che altro una consuetudine. Serviva a evitare legami che restavano poi presi nel mezzo della notte del trentuno e a metà tra la fede e la ragione. E insieme al legame, restavano nel mezzo anche gli umani, sospesi per sempre nell’incredulità.
Un quieto gatto di campagna
A un primo sguardo tutto era com’era sempre stato, un po’ grigio, un po’ verde, ordinato, pulito. Non sembrava ci fosse nessuno e le sue orecchie, tese, e i suoi occhi, spalancati, confermavano quella prima impressione. Ma non erano trascorsi neanche cinque minuti, e intorno il buio era arrivato improvviso e feroce, che una voce si levò a qualche metro di distanza: «Io non tornerei in vita, per far che poi? Preoccuparsi di nuovo di come arrivare a fine mese?»
Come ogni venerdì sera
Erano a letto a espletare i loro doveri coniugali. Verso le otto lui aveva preso fastidiosamente ad ammiccare e lei lo aveva seguito in camera, rassegnata. Non erano trascorsi neanche cinque minuti, che già stava compilando la lista della spesa. Lui non si accorgeva di niente, come al solito, convinto che gli “Oh!” di sua moglie fossero vereconde manifestazioni di entusiasmo, quando lei si era appena ricordata che era del tutto finito il latte.
Un barattolo di confetti
Jack O’Lantern le dava apertamente ragione. Era appollaiato sulla finestra di fronte alla sua, si scrutavano ormai da minuti interi, e si capiva chiaramente che era pronto a darle il suo appoggio. Chissà se uno come lui soffriva di solitudine. Allora aprì un’imposta per chiedergli Ehi amico, sarebbe carino se potessimo prenderci un caffè insieme…