Quindi: sbarco su Instagram, cerco di capire qualcosa di come funziona il social più gettonato, rinuncio a capirci qualcosa e cerco solo di scoprire se ci sono persone interessanti, mi imbatto in scrittrici in gambissima et voilà decido di intervistarle. La prima è Gabriella Rinaldi, con cui abbiamo chattato a lungo di cosa significhi vivere nella giungla dei social e di quanto sia difficile farsi conoscere come autrici. Gabriella, per dire, ha pubblicato il suo romanzo d’esordio O di imbuto con una vera casa editrice, piccola ma forte e conosciuta, Il seme bianco.
A me, per dire, è mancato proprio il coraggio di sottoporre la mia storia a una casa editrice, quindi non posso fare a meno di chiederle qual è stato il suo percorso e quanto coraggio ci vuole, oggi, per buttarsi nella mischia (mi sono lasciata andare anche a domande più personali, curiosa come sono).
La prima cosa che ho pensato quando ho letto il tuo libro è che non sembrasse quello di un’esordiente. Dà l’impressione di essere stato scritto da una persona che ha già avuto esperienze di scrittura importanti. È così?
Ehm ehm, assolutamente no! Non ho mai avuto altre esperienze di scrittura importanti. Se non consideriamo qualche post social di natura personale o di considerazioni sulla vita. Però leggo molto e ci ho lavorato su tantissimo cogliendo tutti i suggerimenti possibili.
La storia di Antonella è molto dura. Ti è costato scriverla? In altre parole: un’autrice soffre con la propria protagonista e quanto deve lasciarsi andare per sviscerare una storia?
Partendo dal presupposto che per essere convincenti si deve parlare di qualcosa che, anche solo minimamente o per interposta persona, si conosce: sì, ho sofferto moltissimo. Penso che in una prima fase si debba tirare fuori di tutto e di più, mentre quando si passa alla revisione sia necessario smussare gli angoli, togliere il proprio livore e i condizionamenti emotivi più evidenti per presentare personaggi e storie credibili ed equilibrati. Il rischio, altrimenti, è di produrre un’opera sbilanciata: soprattutto se si narra in terza persona come onnisciente.
Hai proposto il romanzo a molte case editrici prima di trovare quella giusta? Quanto ci è voluto e quanto hai dovuto lavorare alla storia per vederla pubblicata?
Ho proposto il romanzo ad alcune case editrici, più di cinque e meno di dieci, se ricordo bene. E ho ricevuto altre proposte contrattuali prima di scegliere il Seme Bianco, ma non ero del tutto convinta. Ho anche ottenuto dei secchi no, se è per questo.
Per trovare la casa editrice c’è voluto relativamente poco, due o tre mesi, ma venivo da un lavoro importante e minuzioso di circa un anno. Ci sono state parecchie tappe, revisioni, correzioni, consigli, rielaborazioni.
Come appare il mondo degli esordienti visto da Instagram?
Vuoi che mi faccia dei nemici? Purtroppo Instagram è una giungla. Ci sono ottimi prodotti e scrittori meritevoli accostati a una marea di sedicenti autori che ignorano le regole base della grammatica e della coerenza delle storie. All’inizio non capivo perché erano tutti “Author” poi ho compreso che i veri esordienti buoni hanno profili meno ampollosi. Poi, c’è il giro dei bookblogger che a volte peccano di troppa piaggeria. Insomma c’è spazio per tutti, il problema è trovare il modo adatto per costruirsi una base…il che è tutt’altro che semplice.
Una volta si immaginavano scrittori e scrittrici come esseri solitari, chiusi in una stanza e dediti solo alla loro passione. Oggi, sempre più, specialmente tra le autrici, è evidente che si tratta di un lavoro molto faticoso, fatto nei ritagli di tempo di una vita normale e piena di impegni. Tu a quale categoria appartieni?
Con due figli piccoli lascio a te immaginare a quale categoria appartengo. Un indizio: non sono una emule di Giacomino Leopardi (a parte per il pessimismo cosmico che ci accomuna a tratti).
Un consiglio alle autrici con un romanzo in testa o nel cassetto?
Non pensate di non essere in grado, di non valere abbastanza, di non avere le competenze: provate. Accettate i consigli e le dritte per migliorare e studiate, studiate, studiate. Per quanto conosciate un argomento tutto va approfondito!
Per conoscerla meglio Gabriella Rinaldi, ecco il suo profilo Instagram
O di imbuto, di Gabriella Rinaldi, Il seme bianco edizioni. Cartaceo. € 14,72 In tutte le librerie online.

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